l’italia e la tristezza dell’italiano medio

italia, scritto volutamente minuscolo. Ogni tanto mi saturo delle cose che vedo e che sento e ho bisogno di esplodere. scriverò chiacchiere senza senso sul perché secondo me siamo finiti in un baratro e perché ci metteremo un bel po’ a risalire (sempre se succederà). la colpa è dei politici, sono tutti uguali… no, la colpa è dell’italiano medio, rozzo, cafone e ignorante. quello che conosce a memoria la formazione della juventus o del milan, tutti gli ospiti di amici di maria de filippi e tutti i concorrenti dell’isola dei famosi, ma che non sa nome e cognome della gente che lo governa, se non di una decina al massimo, su quasi mille tra senatori e parlamentari. figuriamoci se può avere memoria dei condannati, degli imputati, delle scemenze che dicono o delle promesse mai mantenute. sono anni che penso che in un Paese normale il 98% dei nostri politici non verrebbe rieletto o sarebbe in galera. Ma qui funziona diversamente, perché “sono tutti uguali”. ovvio che sono tutti uguali, se uno non li conosce, sono tutti uguali, se uno è ignorante, sono tutti uguali. l’occasione di mandarne a casa buona parte l’abbiamo avuta, ma ovviamente è stata persa. per quanto mi riguarda, se siamo circondati da ladri, preferisco sempre il male minore, ossia far rubare a persone nuove, magari senza esperienza, piuttosto che continuare a far rubare a ladri esperti che da vent’anni mi prendono per i fondelli. il male minore, il meno peggio, già sarebbe bastato come buon motivo per mandare i vecchi ladri a casa. ma queste cose all’italiano medio non interessano, l’importante è che ci sia il calcio la domenica (anzi, tutti i giorni) e che si scopi. scopare, calcio, mangiare, dormire, puttanate in tv. questo serve all’italiano medio, o a qualsiasi scimmione in generale. ci si lamenta un po’, poi si guardano stronzate in tv, si scopa, e tutto torna tranquillo e sereno come prima, reset, come se non fosse successo nulla. Se l’italiano medio usasse un quarto dell’impegno che usa per dire stronzate al bar di domenica (sono tutti allenatori ovviamente) e per trovare dove deve infilare il proprio arnese la sera, in italia sarebbero debellate tutte le malattie, la povertà e ci sposteremmo con navicelle spaziali o col teletrasporto. l’italia, dove un calciatore cafone ed ignorante che dovrebbe stare a spalare escrementi in qualche stalla prende milioni di euro e un ricercatore che ad esempio scopre come diagnosticare il morbo della mucca pazza è precario e non arriva a mille euro al mese. dove il profilo instagram della sciacquetta di turno ha più followers della pagina di Emergency o canzonette monnezza come il pulcino pio hanno più visualizzazioni di un qualsiasi concerto di classica (o di qualsiasi cantautore serio, senza dover disturbare Beethoven e Mozart).  l’Italia dove l’apparire è l’unica cosa che conta, dove le ragazzette vendono foto da troie per comprarsi iphone, scarpe e vestiti di marca… e non conoscono la differenza tra e congiunzione ed è verbo. l’ho sempre pensato e continuo a pensarlo, l’unico problema dell’italia, sono gli italiani (medi).


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luigi marchitelli

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